I PUNTI DEBOLI PERSONALI
I punti di debolezza di una persona possono considerarsi come quegli aspetti individuali che se evidenziati creano un senso di fragilità e/o vulnerabilità. La classificazione binaria e opposta delle caratteristiche personali le possiamo incanalare in due macroaree: pregi e difetti. Da un lato, i pregi sono tutte quelle caratteristiche positive, classificate come punti di forza, appartenenti ad una persona volta ad essere apprezzata, lodata e anche imitata in un contesto sociale. Nessuno però può essere sprovvisto dei difetti, considerati come aspetti meno piacevoli del carattere su cui è necessario lavorare per migliorare e/o esprimere un sentimento di benessere. Il miglioramento nel lungo periodo fornisce una consapevolezza tale da non soffrire quando altre persone o noi stessi individuiamo le nostre criticità. I punti di debolezza, infatti, sono sempre stati considerati come difetti personali; ma siamo realmente sicuri che sia una corretta classificazione?
Quando nasciamo ereditiamo un pacchetto emozionale non tangibile, quindi succede che inspiegabilmente nel corso della nostra vista alcuni episodi sollecitino la parte più insicura della nostra personalità. Con la tecnica dello studio della data di nascita più le sessioni di personal coaching dedicate, si impara sempre più a esternare le proprie debolezze ed a imparare ad allenare quelle fragilità con esercizi mirati. Nel tempo si favorisce un cambio dei nostri stati emozionali; l’esempio di analisi swot personale può creare una condizione d’aiuto nell’ evidenziare i punti di forza da esprimere e quelli di debolezza da colmare. Con l’aiuto del life coach si può imparare a superare i propri limiti.
Quali sono i miei difetti?
I difetti sono considerati delle carenze, inefficienza o scarsità di qualcosa. Possono essere visibili, e di conseguenza collegabili al nostro aspetto esteriore, oppure caratteriali, difetti che non soddisfano uno standard. Alcuni esempi concreti di punti di debolezza molto comuni in ambito lavorativo sono: l’essere una persona critica, non riuscire a dare e chiedere aiuto ai colleghi, non sentirsi all’altezza della situazione, inefficienza nella gestione dello stress personale o una percezione errata di essere sotto pressione, nonostante l’esperienza lavorativa.
Quali sono i miei punti di debolezza?
I punti di debolezza sul lavoro, continuando con la stessa tematica, possono includersi nei difetti quindi, la differenza tra i due campi è molto sottile e difficile da delineare. Possiamo identificare come punti di debolezza personali quegli aspetti che una volta sollecitati ci fanno provare dei risentimenti o ci portano ad adottare modalità giustificative o difensive nel momento espressivo. Vogliamo a tutti i costi fare una buona impressione sul nostro superiore? Sono una persona che riesce a concentrarsi poco? Sono predisposta all’autocritica eccessiva? Durante un colloquio di lavoro, può presentarsi la necessità dei recruiters di chiedere evidenze personali dei propri pregi e difetti, con il fine di carpire se il candidato ha la consapevolezza delle sue caratteristiche personali. Un punto debole può in realtà considerarsi come una risorsa, forse siamo stati sempre abituati ad accettare i nostri difetti senza in realtà affrontarli con maturità e volerli colmare. Il nostro sentito come la nostra zona corporale, sono entrambi ambiti allenabili con i giusti esercizi e, per questo, un life coach può considerarsi un valido aiuto per individuare e capire come colmare un proprio punto di debolezza. Il modo migliore per essere sereni è comprendere che il nostro stato emozionale è qualcosa che possiamo governare e non subire. La serenità è un qualcosa che comporta un notevole impegno fisico, economico ed energetico e forse non è per tutti. Chi è munito di coraggio per andare ad esplorare i propri punti deboli? La felicita costa cara, forse è riconducibile al concetto che trovarla è un duro lavoro e che non tutti possono permetterselo. Essere sé stessi significa togliersi tutte le barriere e le protezioni personali, fuoriuscendo dagli schemi sociali imposti. I difetti sono pertanto riconducibili ai nostri stati emozionali più intimi; il che significa penetrare la nostra sfera emozionale e, concludendo, il significato ultimo è penetrare, comprendere, accettare e lavorare sulla nostra emotività. Gestire le emozioni è una consapevolezza da apprendere da soli: né la famiglia né le istituzioni e né la società ti offrono i mezzi per apprenderne il vero significato. Spesso succede che fin da piccoli le persone vicine a noi, i genitori, le maestre, i professori, i parenti ti abituano a credere che noi possediamo dei difetti. Ponendoci di fronte a una determinata situazione gli istitori sociali, maturano in noi la credenza di essere carenti e di conseguenza di avere un punto debolezza. Nella vita personale, può capitare a qualcuno di vivere queste circostanze, e successivamente viviamo con tale idea per tutta la nostra esistenza, fino a quando le necessità esterne ci mettono in condizioni di rivedere questo nostro difetto. Ci rendiamo conto che in realtà il nostro punto di debolezza non era nient’ altro che una nostra credenza limitante, vissuta nel passato e mai affrontata. Cosa ci siamo persi nell’accettare passivamente il nostro punto debole? Che sensazione si prova a superare i propri limiti, ad essere indipendenti da tutto ciò che ci rende vulnerabili?
“il modo migliore di capire chi siamo è agire”
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